Testo di Sara Patarchi

La mano si trova all’estremità dell’arto superiore, collegata al braccio tramite il polso. È caratterizzata da cinque dita alla sua estremità, ovverosia pollice, indice, medio, anulare e mignolo. È una struttura piuttosto complessa poiché, come il piede, è costituita da un gran numero di piccole ossa (27), comprendendo anche numerose articolazioni, legamenti, tendini e muscoli. In maniera semplicistica, le ossa possono essere divise in: carpo, metacarpo e falangi.

A dita estese, viene mostrato il palmo della mano. La flessione delle dita sul palmo della mano, invece, permette l’attività prensile, tipica dell’uomo, che dà la possibilità di afferrare gli oggetti. Non solo, la mano è un organo molto importante anche per la sensibilità tattile: ad occhi chiusi, essa permette di individuare la forma di un oggetto e alcune sue caratteristiche fondamentali (come il fatto che la superficie sia liscia o ruvida o se si tratta di un oggetto caldo o freddo). Inoltre, in alcuni casi, nel linguaggio dei segni ad esempio, la mano permette la comunicazione con le persone sordo-mute.

Diverse sono le patologie che possono colpire la mano, sia a livello scheletrico che muscolo-tendineo. Tra queste, vi è il dito a scatto.

Dito a scatto: di cosa si tratta, sintomi e cause

Il dito a scatto, o nel termine medico tenosinovite stenosante dei flessori delle dita, è una patologia infiammatoria a carico dei muscoli flessori, più precisamente dei tendini di tali muscoli. Questi tendini sono avvolti da una guaina sinoviale, che ne permette lo scorrimento all’interno di un canale piuttosto stretto. L’infiammazione porta il tendine e la guaina ad ingrossarsi, non permettendo più lo scorrimento all’interno del canale. Questa patologia ha come conseguenza la difficoltà a svolgere i normali movimenti della vita quotidiana come: aprire la mano, allacciare le scarpe, guidare, afferrare o rilasciare oggetti. Inoltre, tutto questo si accompagna a grande dolore. Infatti, nel momento in cui si vuole aprire le dita della mano, si ha una certa difficoltà o addirittura un’impossibilità nell’estendere il dito colpito dall’infiammazione, oppure in casi meno gravi si ha un movimento ritardato e a scatto del dito.

Le cause scatenanti del dito a scatto ancora non sono conosciute con precisione, ma esistono dei fattori di rischio:

  • avere una professione o un hobby che prevede un’attività manuale prolungata nel tempo (ad esempio il parrucchiere, il pasticcere o l’hobby del restauro)
  • sopportare ripetuti traumi sulla stessa zona
  • soffrire di patologie quali artrite reumatoide e diabete

La maggior parte delle persone che ne soffrono hanno un’età maggiore di 40 anni e le dita maggiormente colpite sono spesso il pollice, il dito medio e l’anulare. Raramente possono soffrirne anche i bambini piccoli, fino ai due anni di età, soprattutto al pollice.

Cura del dito a scatto

Quando l’infiammazione è lieve e i sintomi non sono ancora importanti, esistono dei rimedi naturali come ad esempio l’uso di impacchi di ghiaccio (almeno tre volte al giorno) e l’uso di pomate come arnica, che hanno effetto sfiammante. Ovviamente, la cosa cambia quando l’entità della patologia e il dolore aumentano. In questo caso, esistono due possibilità d’intervento:

  • l’aiuto di macchinari fisioterapici. Infatti, è possibile intraprendere un percorso di terapia conservativa;
  • l’aiuto della microchirurgia, ossia sottoponendosi ad un intervento mininvasivo.

La scelta nell’intraprendere l’uno o l’altro percorso può avvenire soltanto dopo una visita specialistica. Non solo: è importante anche prendere in considerazione il dolore percepito e quanto la patologia renda invalidante la vita quotidiana del paziente.

Un primo ciclo fisioterapico può essere intrapreso anche nei casi più gravi; ciò potrebbe portare ad un notevole sollievo ed escludere un eventuale intervento chirurgico. Oltre all’uso di macchinari con funzione sfiammante, il terapista può avvalersi di tecniche manuali in grado di allentare la tensione e ristabilire il giusto grado di movimento all’articolazione interessata. È possibile utilizzare dei tutori, da indossare buona parte del giorno e della notte, che hanno l’obiettivo di ridurre il lavoro del tendine infiammato. In un secondo momento, quando l’infiammazione diviene più lieve, si possono effettuare degli esercizi di rinforzo e allungamento. Ad esempio:

  • tenere in pugno una pallina morbida per qualche secondo e rilasciarla (eseguire l’esercizio dieci volte);
  • con il braccio completamente esteso e il palmo verso l’alto, portare in massima estensione il palmo della mano. Con l’aiuto della mano opposta, prendere poi la punta delle dita e spingere verso il basso e dietro;
  • mettere un elastico attorno alle dita della mano e cercare di allontanare e aprire le dita della mano;
  • portare in estensione le dita della mano (uno alla volta), mantenendo il palmo in appoggio su un tavolo;
  • massaggiare il palmo della mano, con la mano opposta, eseguendo delle digito-pressioni.

È sempre auspicabile intraprendere un percorso fisioterapico, anche nei casi più gravi. Molte volte, infatti, ciò rende possibile che si eviti l’intervento.

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