Testo di Elisa Piccioni

Capita spesso di avere un forte dolore a uno o a entrambe le ginocchia, limitando fortemente le attività quotidiane di ognuno di noi. Quando questo dolore è legato all’usura dei segmenti che costituiscono il ginocchio, l’articolazione è danneggiata e la possibilità di movimento è minima, può essere vantaggioso ricorrere all’impianto di una protesi di ginocchio. La protesi di ginocchio ha come obiettivo quello di diminuire il dolore e aumentare l’articolarità, rimpiazzando le sedi scheletriche danneggiate con un’articolazione artificiale. Si tratta di un vero e proprio intervento che necessita di una buona preparazione nel periodo che lo precede, ed è fondamentale fare fisioterapia nel periodo post-operatorio, per raggiungere al meglio gli obiettivi prefissati e per tornare a condurre una vita normale. Esistono due tipi di protesi di ginocchio: la protesi totale usata più frequentemente e la protesi parziale. È il chirurgo che eseguirà l’intervento, a scegliere il tipo di protesi da utilizzare, soprattutto in base all’età e allo stato di salute del paziente.

Il ginocchio: accenni di anatomia e biomeccanica

Lo scheletro del ginocchio è costituito principalmente da:

  • femore
  • tibia
  • rotula
  • perone

Il femore (osso situato nella coscia, che costituisce parte dell’anca e del ginocchio) si articola con la tibia (osso situato nella parte inferiore della gamba nella zona interna). Davanti al femore e alla tibia è posizionata la rotula (un osso piatto) che scivola all’interno di una scanalatura quando il ginocchio si muove. Il perone (osso situato parallelamente alla tibia nella zona esterna) non costituisce l’articolazione del ginocchio ma è fondamentale per l’inserzione di muscoli e legamenti.

Le strutture ossee sono protette dalla cartilagine del ginocchio che permette di ridurre l’attrito e l’usura inevitabile negli anni. Quando questa stessa cartilagine va incontro a degenerazione parliamo di artrosi di ginocchio, una delle principali cause che portano alla protesi di ginocchio.

Anche i menischi sono strutture costituite da cartilagine, si trovano sulla parte superiore della tibia, danno stabilità e ammortizzano le sollecitazioni che il femore e il nostro corpo producono sulla tibia stessa. Ogni ginocchio ha due menischi il menisco mediale e il menisco laterale.

Possiamo andare incontro a lesione del menisco per trauma o usura.

I legamenti che danno stabilità al ginocchio durante le nostre attività sono:

  • legamento crociato anteriore e legamento crociato posteriore, spesso sede di traumi o distorsioni del ginocchio soprattutto negli sportivi (intervento LCA o intervento LCP)
  • legamento collaterale interno e legamento collaterale esterno

I principali muscoli del ginocchio sono:

  • quadricipite: nella porzione anteriore della coscia, che fa estendere il ginocchio e flettere l’anca
  • bicipite femorale: nella porzione posteriore della coscia, che in cooperazione con semitendinoso e gracile, lavora per flettere il ginocchio

Cause e obiettivo del trattamento al ginocchio

Sappiamo che il dolore al ginocchio è molto comune, ma non sempre la soluzione è la protesi di ginocchio, cerchiamo di capire in quali casi è necessario intervenire.

La causa più frequente è il danno articolare, ossia l’usura o la lesione delle componenti scheletriche del ginocchio. Tali condizioni, nelle forme più gravi, producono:

  • dolore e gonfiore
  • rigidità articolare
  • ridotta mobilità del ginocchio
  • difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane

Cause più frequenti dell'intervento di protesi al ginocchio

Le cause più comuni di intervento di protesi di ginocchio sono:

Artrosi di ginocchio

Si tratta di una patologia degenerativa della cartilagine che ricopre femore e tibia. Quando la cartilagine è danneggiata aumenta l’attrito e la degenerazione del tessuto osseo, con conseguente aumento del dolore, gonfiore e limitazione della mobilità del ginocchio

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Artrite reumatoide

È una patologia cronica autoimmune che attacca il tessuto osseo delle piccole articolazioni. Il sistema immunitario delle persone affette da questa patologia, invece di proteggere l’organismo da virus e batteri, si rivolta contro procurando l’infiammazione del tessuto sinoviale che, a sua volta, scatena dolore cronico e degenerazione di cartilagine e poi di tessuto osseo.

Emofilia

È una patologia genetica che altera i comuni sistemi di coagulazione del sangue causando continue emorragie, che colpiscono soprattutto ginocchia e caviglie. La conseguenza è l’indebolimento di queste articolazioni e la conseguente rigidità e usura.

Altre cause meno comuni sono la gotta (accumulo di acido urico che infiamma le articolazioni), la necrosi vascolare, traumi ripetuti che coinvolgono menischi o legamenti, displasie ossee e deformità congenite (es: ginocchio varo o ginocchio valgo).

Tutte queste condizioni cliniche determinano un danno articolare di tipo progressivo. Per questo in una prima fase si può intervenire con l’aiuto di farmaci antinfiammatori e con la fisioterapia che ha come obiettivo quello di diminuire il dolore, l’infiammazione, le sollecitazioni articolari aumentando la stabilità del ginocchio e rieducando il movimento. Quando, invece, i sintomi diventano invalidanti, è necessario ricorrere al trattamento chirurgico con protesi di ginocchio.

Tale modalità di approccio interessa soprattutto pazienti tra i 60 e gli 80 anni. Nei giovani si predilige il trattamento conservativo, dal momento in cui la protesi ha una durata di circa 15/20 anni passati i quali ha necessità di revisione o sostituzione tramite un intervento ancora più invasivo del primo. Più si ritarda l’impianto della protesi, minori sono le probabilità di usura della stessa e quindi di revisione.

Obiettivi della protesi al ginocchio

Gli obiettivi finali dell’intervento sono:

  • diminuzione del dolore
  • aumento della mobilità del ginocchio
  • miglioramento delle capacità motorie del paziente
  • miglioramento della qualità di vita del paziente

Tipo di protesi e modalità di intervento

In base all’entità del danno articolare e all’età del soggetto, il chirurgo sceglie tra due tipi di protesi:

  • protesi totale più frequente, prevede la sostituzione di una porzione di femore e tibia
  • protesi parziale, si sostituisce la porzione usurata di un solo capo articolare o femore o tibia

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Come avviene l'intervento di protesi totale del ginocchio

È la tipologia di intervento più frequentemente scelta dai chirurghi. L’intervento avviene in anestesia generale o epidurale e può durare da una a tre ore. Distinguiamo tre fasi:

  • incisione
  • rimozione porzioni ossee danneggiate
  • sostituzione con protesi

L’incisione è verticale in linea con la rotula, che poi viene spostata per liberare completamente il campo operatorio. Vengono rimosse le estremità danneggiate di femore e tibia e sostituite con le placche di metallo (curva per il femore e piatta per la tibia) cementate all’osso. Se anche la rotula è usurata viene sostituita la sua porzione interna. Tra le placche metalliche viene posizionato un inserto di plastica, che permette lo scivolamento delle superfici durante i movimenti del ginocchio e funge da cartilagine per ridurre l’attrito tra le parti. Terminato l’impianto della protesi, si chiude e si sutura l’incisione.

Come avviene l'intervento di protesi parziale del ginocchio

L’intervento segue gli stessi passaggi di quello di protesi totale. La differenza sta nell’incisione, più piccola e meno invasiva e nella sostituzione della porzione danneggiata di un solo capo articolare o tibia o femore. I tempi di guarigione sono più brevi essendo un intervento meno complesso, ma la protesi parziale ha degli svantaggi:

  • il segmento osseo non sostituito durante l’intervento, negli anni, andrà incontro a usura e sarà necessario intervenire di nuovo
  • la durata della protesi parziale (10-15 anni) è minore rispetto a quella della protesi totale (15-20 anni)

Tali condizioni inducono il chirurgo a scegliere la protesi totale nella maggior parte dei casi.

Come prepararsi all'intervento

La fase preoperatoria viene spesso sottovalutata, invece ha un’importanza fondamentale per accorciare i tempi di recupero dopo l’intervento. È necessario preparare il corpo all’operazione con fisioterapia, esercizi di allungamento muscolare e rinforzo dell’intero complesso articolare e di core stability, senza trascurare gli arti superiori che saranno necessari nei primi giorni per la deambulazione con bastoni canadesi. Questa, inoltre, è la fase in cui si studia la condizione di partenza del paziente, tramite esami strumentali (rm, rx, elettromiografia) e si decidono le modalità di intervento.

Come comportarsi dopo l'intervento

La fase post-operatoria è condizionata da diversi fattori come l’età del paziente, lo stato di salute

generale, il tipo di protesi impiantato, le condizioni fisiche preoperatorie.

Il paziente solitamente rimane ricoverato per circa una settimana, in modo da monitorare le condizioni generali, ma ad oggi, grazie alle moderne protesi, studi confermano che la riabilitazione può e deve iniziare già dopo le prime 24/48 h post-chirurgiche. Il paziente potrà mettersi in piedi e camminare con l’utilizzo di canadesi o deambulatore, che manterrà per 3-6 settimane, tempo necessario alla riparazione dei tessuti muscolo-legamentosi. In questa fase, il paziente farà una terapia a base di eparina per evitare la formazione di trombi data la deambulazione ridotta. I tempi di recupero complessivi, che permettono al soggetto di ripartire con la sua vita normale, sono di circa 3 mesi, in cui è fondamentale un impegno personale e una corretta riabilitazione. La guarigione totale avviene dopo 1-2 anni.

La fisioterapia è fondamentale per:

  • il controllo del dolore
  • il recupero dell’articolarità del ginocchio
  • il rinforzo muscolare del complesso articolare e di tutto il corpo
  • la rieducazione al passo e della propriocezione
  • il controllo della componente emotiva: Il dolore iniziale può sconfortare il paziente ma il sostegno di un buon fisioterapista lo aiuterà a superare le difficoltà e a raggiungere i suoi obiettivi

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