Fisioterapia e Riabilitazione del Piede a Roma | Fisio Point

Fisioterapia e Riabilitazione del Piede a Roma

Anatomia

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Il piede, complessa unità anatomica composta da ossa, articolazioni e muscoli, è la struttura che permette la deambulazione e lo scarico a terra del peso corporeo. La sua conformazione è senza dubbio analoga a quella della mano, e il suo scheletro viene anch’esso suddiviso in tre gruppi di ossa:  il tarso, il metatarso, e le falangi.

Ricordiamo che l’astragalo concorre all’articolazione della caviglia, fornendo le superfici articolari per i malleoli di tibia e perone. Il calcagno invece ricopre la fondamentale funzione di sostenere la maggior parte del peso corporeo ed è l’osso più voluminoso del tarso. Su di esso, inoltre, si inserisce un importantissimo tendine della muscolatura del polpaccio (dei due muscoli che formano il tricipite della sura), spesso soggetto a lesioni, il “tendine di Achille”.

Analogamente alla mano, la stabilità dell’articolazione è garantita da un vasto numero di piccoli muscoli e legamenti presenti tra le venti piccole ossa del piede, che nel lavorare in sinergia consentono di svolgere le molteplici funzioni di questa grande struttura.

I muscoli vengono solitamente suddivisi in gruppi a seconda della loro ubicazione e distinguiamo: muscoli dorsali (es. muscolo estensore breve delle dita), muscoli plantari (mediali, laterali, intermedi).

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Patologie

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Tendinopatie al tendine d’Achille

La maggior parte delle lesioni al tendine d’Achille son dovute a un sovraccarico funzionale. Ricordiamo che esso è il tendine più voluminoso del corpo umano ed è il tendine comune dei muscoli gastrocnemio e soleo. Questa caratteristica comporta che vi siano in esso fibre provenienti da due muscoli diversi, seguendo un decorso a spirale, con le fibre del soleo mediali rispetto a quelle del gastrocnemio; qui può avvenire dunque, a seconda del soggetto e della predisposizione, uno sfregamento tra fibre muscolari provocando uno stato infiammatorio (peritendiniti e tendinosi). Le tendinopatie son classificate in: peritendiniti, tendinosi, tendinopatie inserzionali, rotture sottocutanee.

Il sintomo principale di queste patologie è il dolore, localizzato solitamente a 5-6 cm dal calcagno.
Una radiografia potrà permetterci di verificare la presenza o meno di calcificazioni, ma per avere una diagnosi esatta è consigliata una RMN o un’ecografia.

Alluce valgo

L’alluce valgo è uno tra i più frequenti paramorfismi a carico del primo dito del piede. Esso si presenta come lo spostamento dell’alluce verso l’interno, causato da un allontanamento del primo metatarso dal secondo, formando un angolo con la concavità rivolta verso le altre dita. Spesso è accompagnato da una tumefazione, chiamata comunemente “cipolla”. Il sintomo più frequente è il dolore, con frequente arrossamento della zona tumefatta.

Alluce rigido

L’alluce rigido è una patologia a carico del primo dito del piede che porta a un’incapacità funzionale nella flesso-estensione di esso. Può essere dovuto a uno o più traumi-microtraumi, oppure all’insorgenza di una forma di artrosi con la degenerazione delle cartilagini articolari. I sintomi sono rappresentati dalla rigidità dell’alluce, accompagnato da dolore più o meno acuto. Se la patologia progredisce porta a un aggravamento del quadro clinico, causando  situazioni invalidanti e persino proibitive per la normale deambulazione.

 

Fascite plantare

La fascia plantare è una struttura fibrosa presente sulla pianta del piede, che trova inserzioni sul calcagno e sulle articolazioni metatarso-falangee. Le fasciti plantari sono lesioni causate da un sovraccarico funzionale, con l’insorgenza di dolore soprattutto durante l’attività fisica. Il dolore per l’appunto è il sintomo principale della lesione, localizzato a livello del calcagno. Esami radiografici possono mettere in evidenza eventuali calcificazioni a livello dell’inserzione calcaneare, ma non esiste un preciso mezzo di imaging per verificare lo status della patologia.

Piede piatto/cavo

Il piede piatto è una patologia a carico della volta plantare, che vede una riduzione più o meno accentuala dell’arco plantare, provocante un aumento della superficie d’appoggio. Esso può essere di natura congenita (detto anche piede piatto del bambino) o acquisita (piede piatto dell’adulto). Il piede cavo è l’esatto contrario del precedente paramorfismo, e ha come caratteristica l’accentuazione della curva dell’arco plantare, con conseguente riduzione della superficie d’appoggio. Spesso le patologie sono asintomatiche, e quindi sottovalutate. Nella maggior parte dei casi infatti viene applicato un trattamento soltanto dopo l’insorgenza di eventuale dolore o di difetti evidenti di postura. È però sconsigliato attendere la manifestazione di eventuali fastidi o dolori per agire, in quanto l’appoggio dei piedi è fondamentale per il corretto scarico del peso onde prevenire patologie a carico del rachide. Utile quindi provvedere anzitempo ad effettuare delle indagini (esame baropodometrico) e prendere le eventuali precauzioni.

Fratture da stress

Le fratture da stress, conosciute anche sotto il nome di fratture da marcia/fatica, si verificano a seguito di sollecitazioni ripetute e cicliche sostenute nell’arco di tempo. Proprio per questo sono maggiormente soggetti a questo tipo di infortunio gli arti inferiori, che ricevono sollecitazioni di tipo compressivo.  A volte le cause possono anche essere riconducibili ad una muscolatura ipertrofica che causa un lento e progressivo cedimento osseo. Per quanto riguarda il piede, le zone maggiormente colpite da queste fratture sono l’astragalo, i metatarsi e i sesamoidi dell’alluce.

Il sintomo più caratteristico è il dolore che insorge gradualmente, con attenuazioni quando si è in stato di riposo. Più raramente il dolore insorge improvvisamente e bruscamente e ciò è sintomo di gravità della lesione. Una radiografia può accertare la presenza o meno della patologia.

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Riabilitazione

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In alcuni casi è necessario fare un plantare su misura che vada a ridistribuire il carico correttamente riducendo il dolore e l’infiammazione con terapie strumentali. Nel post-traumatico inizialmente è consigliato un periodo di riposo o comunque isolamento della zona colpita evitandone sollecitazioni. Viene solitamente applicato un tutore o il gesso in caso di fratture, e nei casi più gravi è necessario ricorrere ad un intervento chirurgico. Successivamente è fondamentale un periodo di fisioterapia e rieducazione motoria.

È importantissimo, sia che si tratti di una “banale” dolore ai piedi, sia che si tratti di una fascite plantare o una frattura causata da un trauma o da sovraccarico; che si vada a disinfiammare tutto il piede e a ridistribuire correttamente il carico. Per ridurre l’infiammazione e il dolore inizialmente è necessario ricorrere soprattutto alle terapie strumentali.

Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi da giganti e l’evoluzione della fisioterapia è stata enorme. Oggi non parliamo più di Tens, Ionoforesi e Infrarossi, o peggio ancora di radar e Marconi; queste sono terapie ampiamente superate da macchinari all’avanguardia come la Tecarterapia, che aumenta il flusso sanguigno facendo un ricambio cellulare e scaldando in profondità il muscolo; come il Laser Yag ad alta potenza, che riesce a penetrare in profondità riducendo l’infiammazione e il dolore.

A queste, e ad altre terapie d’eccellenza come l’Ipertermia, associamo terapie manuali, fatte da professionisti del settore, e quindi non da massaggiatori qualunque o da estetiste, ma da fisioterapisti esperti  consapevoli dell’attenzione che un problema ai piedi richiede e soprattutto dei rischi che si corrono facendo un trattamento sbagliato.

Alle terapie strumentali d’eccellenza e ai trattamenti manuali, per avere un risultato generale ottimale e a lungo termine, associamo, sempre nella stessa seduta, l’Idrokinesiterapia per poter lavorare in quasi assenza di carico sul piede con particolari esercizi in un’apposita piscina con acqua calda, attrezzature specifiche, idromassaggi e cascate per la cervicale.

Così facendo, nel giro di poche sedute, otteniamo una riduzione del dolore e un aumento della mobilità. Il numero di queste sedute dipende ovviamente dal grado di dolore, di infiammazione e dalla diversa risposta di ognuno ai trattamenti. Con questo tipo di lavoro prepariamo l’intera muscolatura per essere trattata e allungata con la ginnastica posturale che mira a riequilibrare le catene muscolari che determinano le nostre posizioni sia statiche che dinamiche risolvendo in modo efficace e duraturo il problema e il dolore ai piedi.

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