Testo di Sara Patarchi

 

Lesioni Muscolari: cosa sono e quali sono le cause

Gli sportivi vanno spesso incontro a infortunio muscolare. I traumi all’apparato muscolo-scheletrico possono essere divisi in due tipi:

  • Il trauma diretto si ha quando una forza esterna agisce su un muscolo, comprimendo i diversi strati, da quelli superficiali fino ai più profondi. La problematica che ne deriva dipende dalla violenza della forza e va dalla contusione fino alla rottura vera e propria delle fibre componenti il muscolo. I muscoli più colpiti sono i muscoli più esposti in quanto tale trauma è più frequente negli sport da contatto;
  • Il trauma indiretto si ha quando avviene una disfunzione neuro-muscolare e vi è un allungamento eccessivo e rapido del muscolo, partendo da una fase di riposo, oppure vi è una forza trainante che allunga passivamente il muscolo. I muscoli più colpiti sono gli ischio-crurali, il bicipite brachiale e il tricipite della sura.

La gravità del danno dipende dalla dimensione della lacerazione, che viene classificata in tre gradi:

1°. Le fibre muscolari compromesse, accompagnate da un piccolo versamento, sono solo una minima parte, meno del 5%. L’atleta sente un dolore diffuso ma riesce a contrarre ugualmente il muscolo. Spesso, avviene per un eccessivo allungamento del muscolo, soprattutto in fase eccentrica;

2°. Sono lacerazioni muscolari più ampie e dove è presente la formazione di un ematoma. L’atleta avverte subito l’impotenza a contrarre il muscolo. Il meccanismo traumatico può essere dovuto a una violenta contrazione;

3°. La lesione comprende una superficie abbastanza estesa fino a raggiungere la lacerazione totale del muscolo. L’atleta non riesce a compiere il movimento con l’arto interessato. Il meccanismo produttore è sempre una violenta contrazione, accompagnata da una grande fatica muscolare.

Quali sono le cause dei traumi nel calcio?

Le cause di tali traumi sono diverse, le possiamo classificare in due categorie di fattori predisponenti:

I fattori intrinseci (interni all’atleta)

  • il mancato equilibrio tra muscoli agonisti e antagonisti
  • l’affaticamento muscolare
  • l’età (nei soggetti giovani si registra uno squilibrio tra forza muscolare e coordinazione)

I fattori estrinseci (esterni all’atleta)

  • l’inadeguato riscaldamento e stretching
  • il sovrallenamento (spesso l’atleta è costretto a ripetere lo stesso gesto atletico sia durante gli allenamenti sia durante le partite)
  • la temperatura esterna (se infatti all’aperto è troppo freddo il rischio di traumi muscolari è molto alto
  • il terreno di gioco o le calzature non adatte.

Lesioni muscolari nel calcio

Il calcio è lo sport più praticato e seguito. Molto spesso, durante la stagione agonistica, i calciatori vanno incontro a infortuni che possono portare a stop più o meno lunghi. Per questo, tanti sono gli studiosi che hanno cercato di trovare le cause predisponenti ai traumi muscolari e le eventuali soluzioni.

Quali sono le cause più diffuse dei traumi nel calcio?

Innanzitutto, si è visto che le lesioni muscolari corrispondono circa al 36% degli infortuni. I muscoli più colpiti sono gli ischio crurali (37%), di cui il muscolo bicipite femorale è in assoluto quello maggiormente interessato, gli adduttori dell’anca (23%), il quadricipite femorale (19%) e i muscoli del polpaccio (13%). In realtà, queste percentuali devono essere messe in relazione al tempo di gioco. Essendo il calcio uno sport aerobico-anaerobico alternato, secondo una classificazione dal punto di vista energetico, spesso i giocatori si trovano impiegati per 90 minuti. Questa lunga durata potrebbe essere il principale motivo di affaticamento muscolare e quindi di lesione muscolare. Ad avvalorare questa tesi c’è il fatto che gli infortuni spesso avvengono nelle ultime fasi del gioco. Non solo, sembra anche che a essere colpiti siano i giocatori delle squadre che in una partita hanno avuto più possesso palla e hanno speso maggiori energie. Tra campionati di calcio, nazionale e coppe europee, inoltre, i giocatori non hanno sufficienti tempi di recupero tra una partita e l’altra: questo si traduce in un sovra-lavoro, che va ad appesantire tutto il compartimento muscolare.

Inoltre, i giocatori ripetono il gesto atletico sia in allenamento sia in partita; questo può produrre uno squilibrio delle catene muscolari riguardo la forza e la flessibilità. Non è un caso che i gruppi muscolari più colpiti siano appunto gli estensori e i flessori del ginocchio. Un rapporto non bilanciato tra i muscoli agonisti e antagonisti può arrivare ad inficiare anche tutta la rete di recettori e riflessi, attraverso i quali il corpo si protegge dagli infortuni.

Quali sono i muscoli più coinvolti nei traumi da calcio

Come chiarito nelle percentuali, i muscoli più colpiti sono i flessori del ginocchio, che lavora per tutto il tempo della corsa e nel momento della calciata. Diversi sono i motivi che possono provocare traumi ai muscoli flessori del ginocchio. Questo gruppo di muscoli, infatti, sembra essere in molti casi più debole rispetto agli estensori. Non solo, il mancato stretching di questi muscoli, con conseguente perdita della flessibilità muscolare, porta ad una minore capacità del muscolo alla deformazione. Quindi, le lesioni possono dipendere anche dalla lunghezza non ottimale del muscolo durante le contrazioni eccentriche.

Invece, gli infortuni degli estensori del ginocchio sono registrati solo a carico dell’arto calciante e molto spesso sono dovuti: a terreni di gioco bagnati; all’atto del calciare; al contatto con la palla o alla fase preparatoria dell’arto calciante.

Inoltre, è registrata un’alta percentuale della ripetizione dello stesso infortunio muscolare a distanza di tempo. Questo accade perché, dopo una lesione muscolare, il tessuto che si forma, per nuova organizzazione delle fibre muscolari, non è più elastico come il muscolo originale. Bensì, si forma una specie di cicatrice di tessuto fibroso che difficilmente si adatterà ad allungamenti repentini del muscolo. Per queste ragioni, dopo il trauma, è molto importante far passare il tempo necessario e intraprendere un buon percorso terapeutico affinché possa avvenire un’organizzazione adeguata delle fibre muscolari. Fondamentale è anche il lavoro di allungamento. Mantenere una buona flessibilità muscolare può essere senza dubbio un ottimo fattore per la prevenzione di lesioni muscolari.

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