Testo di Elisa Piccioni

Per fascite plantare si intende dolore riferito al tallone o più genericamente alla pianta del piede. Si tratta di un’infiammazione o degenerazione che coinvolge strutture particolarmente stressate da sovraccarichi e ripetizioni. Il percorso di recupero è solitamente lungo e scrupoloso.

Cos’è la fascite plantare?

La fascite plantare è la causa più comune di dolore al piede, dal tallone alla zona immediatamente successiva verso le dita. Alla base c’è un processo infiammatorio, a carico della fascia plantare e del legamento arcuato. Quest’ultimo è simile a una fascia di tessuto connettivo fibroso, di forma triangolare, che si trova nella parte inferiore del piede, appena sotto la pelle, e che si estende dal calcagno al punto di congiunzione tra i metatarsi e le falangi. La sua funzione è quella di distribuzione del carico lungo il piede e per questo, quando sovraccaricato, tende a infiammarsi.

Si differenzia in:

  • fascite plantare: infiammazione
  • fasciosi plantare: degenerazione del legamento arcuato e spesso responsabile della spina calcaneare. Se non trattata come si deve può cronicizzarsi e ripresentarsi negli anni.

Perché viene la fascite plantare?

Abbiamo detto che la fascite ha origine infiammatoria, ma a cosa è dovuta?

Le cause più comuni sono:

  • La postura: quando errata devia il peso in modo non uniforme sui nostri piedi
  • La retrazione della catena muscolare posteriore
  • Fasi del passo alterate
  • La deformità dei piedi, come l’alluce valgo, il piede piatto o cavo
  • Lo sport, che sovraccarica insistentemente i piedi

La scarpa sbagliata, ad esempio indossare i tacchi per tempi eccessivi.

Quali sono i sintomi della fascite plantare?


Come abbiamo detto, solitamente, si manifesta con dolore intenso della pianta del piede, nello specifico dal tallone al mesopiede (sezione centrale della pianta).

Solitamente il dolore iniziale è moderato e tende a diventare sempre più acuto con il passare dei giorni. La maggior parte dei pazienti, lamentano l’insorgere di questa patologia dopo un lungo periodo di inattività, ad esempio durante i primi passi al mattino o dopo un lungo viaggio in macchina. Altri lo riferiscono, al contrario, dopo un’intensa attività come una lunga corsa. In questi casi, durante l’allenamento o la pratica, non dà fastidio ma il dolore insorge subito dopo.

La fascite plantare è quasi sempre a carico di un solo piede, raramente diventa bilaterale.

Diagnosi


Se ti riconosci nei sintomi elencati è ora di rivolgerti a uno specialista. La diagnosi avviene tramite anamnesi ed esame obiettivo. L’anamnesi è fondamentale per studiare la tua storia clinica, le tue abitudini quotidiane e trovare correlazioni con fattori scatenanti il dolore. L’esame obiettivo comprende l’osservazione del piede e della postura, la palpazione della zona dolorante e la valutazione generale del corpo. In alcuni casi si presenta l’esigenza di approfondire con degli esami diagnostici:

L’esame baropodometrico, che studia la distribuzione del carico sul piede sia in statica che dinamica, risulta molto utile nella ricerca alla causa del problema.

Cosa devo fare se ho la fascite plantare?

Una volta avuta la diagnosi, il trattamento è quasi sempre conservativo, nel 90% dei casi i pazienti ne traggono beneficio.

Nella fase acuta, i primi giorni successivi all’insorgenza, è utile evitare di sovraccaricare il piede e l’uso del ghiaccio, un vero e proprio antinfiammatorio naturale. La vera soluzione del problema è la fisioterapia che ha un ruolo chiave nel recupero, guarigione e prevenzione.

La fisioterapia prevede:

  • Stretching, volto a rendere elastica la fascia plantare e la catena muscolare posteriore, molto spesso retratta
  • Propriocezione, per allenare la sensibilità di muscoli e legamenti
  • Esercizi di rieducazione del passo, per ricostruire le fisiologiche fasi sicuramente alterate
  • Terapia manuale, volta a decontrarre le strutture fasciali
  • Terapie strumentali, come tecar, laser, onda pressoria, crioultrasuoni

Potrebbe portare ottimi risultati affiancare alla figura del fisioterapista quella del podologo, insieme andranno a risolvere il tuo problema alla base. Spesso diventa necessario l’impiego di plantari o sussidi simili su misura per te.

 

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