Testo di Elisa Piccioni

Siamo abituati a immaginare le fratture come un taglio netto che divide l’osso in due segmenti. L’osso ha una struttura che gli permette di essere sia resistente che elastico e quindi di ammortizzare e assorbire piccoli traumi. Se questi diventano continui e si concentrano sullo stesso punto possiamo andare incontro a indebolimento dell’osso stesso e poi a fratture da stress.

Le fratture da stress sono rotture piccole e incomplete dell’osso causate da sollecitazioni ripetute nel tempo e non da un unico evento traumatico. Nella maggior parte dei casi interessano l’arto inferiore: bacino, tibia, femore e le ossa metatarsali.

Cause della fratture da stress

Le fratture da stress sono un problema frequente in tutti quei soggetti che ripetono quotidianamente gli stessi gesti che sovraccaricano la struttura ossea. Ad esempio i corridori, abituati a correre per chilometri e chilometri sull’asfalto. Possiamo dire che le fratture da stress sono il punto di arrivo di una sequenza di sovraccarichi funzionali.

Tuttavia un gesto ripetuto diventa causa di frattura da stress soprattutto se accompagnato da errori tecnici o condizioni fisiche particolari come l’osteoporosi.

In generale, fisiologicamente, il sovraccarico porta ad una deformazione dell’osso che è plastico e si modella continuamente. Un carico di lavoro adeguato alla persona non ha controindicazioni, anzi rafforza lo scheletro ed è infatti un valido aiuto per osteoporosi. L’allenamento diventa pericoloso quando non rispetta le condizioni fisiche della persona, è eccessivo e non accompagnato da una buona preparazione atletica, va a sollecitare nel modo sbagliato strutture già compromesse ad esempio da deviazioni posturali.

I sintomi delle fratture da stress

Il sintomo che porta il soggetto ad affidarsi ad un professionista è il dolore. La sensazione dolorosa in primo momento si manifesta solo a seguito, o durante, l’attività sportiva. In una fase successiva diventa costante anche nei gesti quotidiani, rende difficile il carico sull’arto e quindi la deambulazione.  Altri possibili sintomi sono gonfiore, rossore e tumefazione.

La diagnosi

Dopo un’attenta valutazione e una buona anamnesi la diagnosi necessita di esami diagnostici:

  • RX, il primo esame da fare che mostra la qualità ossea e mette in luce la sua discontinuità in caso di fratture da stress visibili
  • RM, che ha una qualità di immagine migliore e mostra anche alterazioni dei tessuti molli
  • La scintigrafia ossea che è più sensibile della radiografia e permette di valutare anche le fratture minori
  • Tomografia computerizzata (TC).

Come curare le fratture da stress

Il trattamento è conservativo. Nei casi in cui la frattura da stress è di grado severo si ricorre a un periodo variabile di immobilizzazione con gesso o tutore.

Curare una frattura da stress significa raggiungere i seguenti obiettivi tramite la fisioterapia:

  • Riduzione del dolore
  • Calcificazione della frattura
  • Ripristino della funzionalità dell’arto
  • Recupero dell’articolarità e della forza muscolare
  • Rieducazione del passo e del carico se si tratta dell’arto inferiore
  • Studio del gesto atletico, per gli sportivi.

Il percorso fisioterapico può essere suddiviso in due fasi: la prima prevede il controllo del dolore e dell’edema tramite terapie strumentali (tecar e laser) e il recupero della completa mobilità.

La seconda fase è mirata al rinforzo muscolare tramite esercizi attivi di diverso genere, alla rieducazione delle corrette fasi del passo e all’allenamento della propriocezione.

Prima di tornare in campo è necessaria una fase dedicata alla riatletizzazione che riabiliterà i gesti praticati in maniera errata in precedenza, in modo da prevenire fratture recidive.

 

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