Testo di Sara Patarchi

Cos'è l'idrokinesi?

La riabilitazione post chirurgica in seguito a protesi di ginocchio con l’idrokinesi è di fondamentale supporto alle sedute effettuate a secco in fisioterapia. Negli ultimi anni la riabilitazione in acqua è diventata sempre più importante poiché l’acqua consente di iniziare il recupero in tempi anticipati, normalmente non previsti dalla terapia a secco. Grazie all’acqua e all’idrokinesi (movimento riabilitativo in acqua), si vengono a creare le migliori condizioni di recupero dai traumi fisici. Non solo: l’idrokinesi sembra essere un valido completamento alla riabilitazione post-chirurgica e conservativa per tutte le lesioni che colpiscono l’apparato scheletrico e muscolare.

A rendere così importante il lavoro svolto in acqua è l’utilizzo di alcune proprietà fisiche dell’acqua come ad esempio:

  • Temperatura. Nelle piscine riabilitative, essa è compresa tra i 32° e i 34°. Questo serve ad ottenere un effetto rilassante su tutta la muscolatura;
  • Galleggiamento. Un corpo immerso tende a galleggiare grazie a leggi fisiche che determinano ‘l’annullamento’ della forza di gravità. Questo fattore dipende ovviamente dal livello di immersione, più è alta l’acqua e più la forza di gravità viene annullata;
  • Resistenza. Infatti, aumentando la velocità di esecuzione, aumenterà la resistenza al gesto senza dover ricorrere all’utilizzo di attrezzi;
  • Pressione. L’acqua esercita la pressione idrostatica sul corpo, facilitando una migliore circolazione sanguigna e linfatica. Più profonda è l’immersione, più sarà la pressione idrostatica.

Queste proprietà fanno in modo che, all’interno dell’ambiente acquatico, si possa:

  • aumentare la mobilità articolare
  • svolgere una mobilità precoce
  • rendere più facile il movimento, senza paura di sovraccaricare la struttura da riabilitare e senza forze di taglio spesso dannose.

Esercizi di idrokinesi per il ginocchio con protesi

Per quanto riguarda un lavoro post-chirurgico di protesi al ginocchio, gli obiettivi della riabilitazione prevedono:

a) un incremento della mobilità, riducendo in tal modo la rigidità articolare

b) il recupero della forza e della coordinazione muscolare

c) un migliore drenaggio linfatico e vascolare grazie alla pressione idrostatica.

Il lavoro in acqua può essere generale nella fase di riscaldamento per poi riguardare esercizi sempre più specifici, indirizzati dapprima al recupero della mobilità e poi a quello della forza.

Esercizi di riscaldamento di idrokinesi per il ginocchio

Si posso effettuare diversi tipi di camminata:

  • avanti e indietro
  • alternando delle piccole spinte sulle punte o sui talloni in maniera consecutiva
  • laterale a gamba tesa e poi con flessione dell’arto
  • con flesso-estensione della gamba

Oppure, stando fermi, si può riscaldare l’arto interessato con l’oscillazione della gamba tesa in avanti

Esercizi di propriocezione per il ginocchio con l'idrokinesi

  • su una tavoletta basculante adatta all’acqua. Prima il lavoro deve essere bi-podalico con l’arto protesico in appoggio, mentre l’altro arto può lavorare in maniera mono-podalica. Gli esercizi, che riguardano l’equilibrio e la mobilità della caviglia e di tutto l’arto inferiore, possono consistere in piccoli piegamenti con entrambe le gambe;
  • rullare sotto il piede una pallina adatta all’acqua oppure una bacchetta o un manubrio;
  • camminata cercando di controllare con l’arto operato una piccola tavoletta sotto il piede, senza trascinare la tavoletta stessa, ma flettendo ed estendendo la gamba.

Esercizi di mobilità in scarico, in decubito supino (pancia verso l’alto), in appoggio ad un angolo:

  • in un primo momento, vanno effettuati esercizi per la mobilità della caviglia con la gamba tesa,
  • a gambe tese, si possono effettuare delle sforbiciate sul piano sagittale;
  • a gambe tese, si possono effettuare delle adduzioni e abduzioni dell’anca;
  • si possono effettuare flesso-estensioni attive con l’esercizio della pedalata; e
  • con l’aiuto di un galleggiante a livello delle caviglie, si possono portare le gambe al petto.

Tutti gli esercizi possono essere ripetuti in seguito con degli attrezzi, come cavigliere galleggianti, per lavorare anche sulla forza.

 

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Rinforzo e mobilità

I primi esercizi di rinforzo per il ginocchio con l’idrokinesi devono essere svolti ricercando la migliore contrazione contemporanea di tutti i muscoli. Tale obiettivo può essere ottenuto effettuando gli esercizi a gamba tesa in galleggiamento, in stazione eretta, con l’aiuto di una cintura. In questo modo non si va a sovraccaricare il ginocchio. Esempi di tali esercizi sono:

  • sforbiciate ad ampiezza variabile, piccole o grandi
  • abduzione e adduzione
  • bicicletta sul posto

Si possono effettuare esercizi specifici per il recupero del ginocchio (sia della mobilità in estensione che in flessione):

  • paziente in appoggio al bordo, gamba operata tesa e in appoggio su un piccolo galleggiante alla caviglia. Si chiede al paziente di mantenere la posizione per qualche secondo, alternando delle piccole spinte verso il basso e mantenendo la gamba in estensione;
  • paziente in appoggio al bordo, ginocchio vicino all’altro si eseguono delle flessioni con la gamba operata. Inizialmente senza alcun attrezzo poi con l’ausilio dei galleggianti.

Recupero della forza con l'idrokinesi

Per quanto riguarda la forza, in un secondo momento, si può inserire la nuotata: il dorso prima e lo stile poi (se il paziente sa nuotare). Si possono anche alternare le gambate: doppio movimento della gamba con la protesi e singolo movimento della gamba sana. Pian piano, si possono eseguire esercizi per la forza attraverso l’uso dei tubi galleggianti sia in flesso-estensione che a gamba tesa, variando la velocità dell’esecuzione.

Gli stessi esercizi possono essere eseguiti dapprima in acqua più alta poi in acqua sempre più bassa. In base anche alla riabilitazione a secco, possono essere inseriti, prima, esercizi che prevedono la salita di gradini alternando gli arti; poi, in un secondo momento, si può introdurre anche la discesa alternata. Molto dipende dalla paura e dallo stato psicologico del paziente. Infine, si possono far eseguire al paziente delle corsette in acqua utilizzando diverse andature e variando la velocità.

È importante, alla fine di ogni seduta, effettuare degli esercizi di stretching.

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