L’idrokinesiterapia, come suggerito dal nome, è una terapia medica incentrata sul movimento in acqua usata anche nell’antichità per il trattamento di alcune patologie. L’ausilio dell’acqua permette lo svolgimento di esercizi, attivi o passivi, svolti a corpo libero o con l’aiuto di dispositivi galleggianti appositi, in una condizione in cui il peso corporeo risulta effettivamente ridotto rispetto alle terapie a secco.

Cenni storici sull’idrokinesiterapia

Le origini storiche dell’idrokinesiterapia risalgono alla notte dei tempi. Le prime fonti storiche si attestano nell’antica civiltà egizia, in particolare a icone che ritraevano persone immerse in bagni caldi terapeutici. Nell’antica Grecia, sia Ippocrate (460 a.C.), che Pitagora (570 a.C.) tramandano nei loro trattati gli effetti benefici dell’acqua fredda e calda per il trattamento delle patologie dell’apparato locomotore. Il contrasto termico era utilizzato per fortificare il corpo e lo spirito. Successivamente, in epoca romana, il ricorso al tepidarium e al frigidarium era di comune uso per tutti coloro che si recavano alle terme per ricercare effetti curativi.

Molti altri studiosi riportano gli effetti curativi dell’acqua come Floyer, Currie, Hahn, Priessntiz e Kneipp. Quest’ultimo, nell’800, divenne il padre dell’idroterapia descrivendo, sulla base degli autori precedentemente nominati, numerosi trattati in cui elencava i benefici dell’acqua a seguito di studi, osservazioni e applicazioni reali nella cura dei suoi pazienti.

Acqua e recupero del movimento

Le proprietà dell’acqua, quali calore, densità, viscosità, tensione superficiale, pressione idrostatica e galleggiamento, sono in grado di minimizzare le sollecitazioni muscolari e articolari, massimizzando l’ampiezza dei movimenti. La densità dell’acqua crea una condizione per la quale il nostro corpo, in immersione totale o parziale, assume un peso specifico nettamente inferiore rispetto a quando è esposto alla forza di gravità.

A cosa serve l’idrokinesiterapia?

L’effetto terapeutico di questa tecnica garantisce un reale miglioramento nei confronti della mobilità articolare, del recupero funzionale, della riduzione del dolore, dell’afflusso di sangue, del rinforzo del tono muscolare, dell’equilibrio e del controllo neuromotorio, andando a influire notevolmente sui tempi di recupero di un’eventuale patologia e riducendo potenziali imprevisti nelle prime fasi riabilitative (infiammazione, edema e microlesioni).

Per quali patologie è indicata o consigliata l’idrokinesiterapia?

L’aspetto riabilitativo e rieducativo di questa tecnica svolge un ruolo fondamentale per la prevenzione, la cura e il trattamento rieducativo/riabilitativo di molte condizioni patologiche dell’apparato muscolo-scheletrico (traumatiche, atraumatiche, usuranti), patologie vascolari e neurodegenerative. A prescindere dall’età anagrafica del paziente, l’idrokinesiterapia è una tecnica di trattamento ideale per traumi che limitano il movimento e il cui decorso ortopedico necessita di terapie conservative o chirurgiche. In quest’ultima condizione, la terapia in acqua risulta utile sia in una prima fase pre-operatoria, che nel decorso post-chirurgico per creare un miglior equilibrio e il rinforzo articolare e, soprattutto, muscolare.

Tra tutte le condizioni precedentemente descritte includiamo:

Possiamo quindi evidenziare che l’idrokinesiterapia risulta efficace per il trattamento patologico della maggior parte dei distretti articolari coinvolti, come colonna vertebrale, spalla, gomito, anca, ginocchio e caviglia.

Percorso fisioterapico e idrokinesi

Nel caso della traumatologia sportiva, l’associazione di un lavoro rieducativo svolto in acqua, specialmente se in seguito a un intervento chirurgico, potrebbe essere facilmente associato a una rieducazione svolta in una palestra, per garantire una riabilitazione globale dei motori necessari al ritorno in campo sicuro; schemi che in presenza di un deficit motorio dato dalla patologia in un primo momento risultano impossibili da eseguire al di fuori dell’acqua.

Allo stesso modo, l’idrokinesiterapia è una strategia fondamentale per persone con disabilità, poiché facilmente integrabile nel piano riabilitativo e necessaria affinché le persone in questione riescano a eseguire movimenti che, a causa del loro deficit, non riescono a svolgere e che nella loro quotidianità sono del tutto “dimenticati”.

Generalmente, la strategia terapeutica personalizzata sulla base della patologia e del paziente richiede l’associazione di un ciclo di idrokinesiterapia con uno fisioterapico svolti parallelamente, proprio per garantire un recupero tempestivo e funzionale. Nella maggior parte dei casi, infatti, il miglioramento motorio precoce, precedentemente intaccato dalla condizione patologica, stimola i pazienti dal punto di vista psicologico e motivazionale a continuare la terapia.

Caratteristiche della piscina idroterapica

La piscina idroterapica ha una struttura e delle caratteristiche che la differenziano da una comune piscina. La struttura di base idealmente richiede una vasca a sfioro, ovvero una piscina le cui acque vengono defluite in un sistema filtrante, che costeggia sullo stesso livello della vasca il bordo della piscina. Quest’ultima soluzione architettonica risulta preferibile delle vasche skimmer sia per questioni igieniche delle acque circolanti, sia della superficie perimetrale calpestabile. Inoltre questa tipologia di vasca garantisce un minor movimento della superficie dell’acqua facilitando il paziente nell’esecuzione dei movimenti. In aggiunta, queste vasche necessitano di elementi strutturali addizionali come scalini, corrimano e zone di diversa profondità, che permettono una miglior individualizzazione terapeutica del paziente, sulla base delle sue caratteristiche e necessità.

Attrezzi per l'idrokinesi

Il terapeuta per gestire al meglio il paziente farà anche uso di alcune attrezzature galleggianti come tavolette, pull buoys, elastici, tubi da nuoto, bacchette ecc… che in base alle necessità del paziente verranno utilizzate per creare resistenze, carichi o per facilitare alcuni movimenti più complessi. La viscosità dell’acqua difatti,  gestisce il galleggiamento di queste attrezzature andando a rallentare la velocità di esecuzione dei movimenti, permettendone un miglior riapprendimento e controllo motorio.

Temperatura dell'acqua

Elemento fondamentale è la temperatura dell’acqua, compresa tra i 31-34° C per aver un migliore effetto terapeutico che non vada ad alterare fisiologicamente la vasodilatazione e la pressione corporea.

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La terapia solitamente ha una durata di circa 45-50 minuti e una frequenza stabilita sulla base della prescrizione medica. La seduta viene gestita da un terapista dall’esterno della vasca, che  controlla la corretta esecuzione dei movimenti/esercizi richiesti.

Consigli pratici: cosa portare in piscina

La seduta di idrokinesiterapia richiede sulla base del luogo nel quale viene svolta l’ausilio di alcuni oggetti della vita quotidiana da parte dei pazienti o di facile reperibilità che sono in grado di facilitare il suo svolgimento come: costume, cuffia, ciabatte e accappatoio.

Testo di Aurora Proietti

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