Il beach volley è uno degli sport maggiormente praticati durante l’estate della stragrande maggioranza degli sportivi, che si cimentano con questo gioco sia a livello agonistico che, e soprattutto, livello amatoriale.

In effetti, la presenza di un pallone e di un campo sulla sabbia lo rende un gioco attraente, anche in assenza di regole precise.

Questo sport, estremamente simile alla pallavolo, nacque sulle spiagge della California nel 1920, per poi essere inserito all’interno delle discipline sportive che caratterizzarono le olimpiadi di Barcellona del 1992.

Beach volley: cenni tecnici

Andando ad analizzare questo sport in termini agonistici, la prestazione energetica dell’atleta vede l’alternarsi di fasi a bassa ed elevata intensità, intermittenti, con sforzi che fanno raggiungere anche livelli massimi di frequenza cardiaca.

Gli elementi situazionali del gioco lo rendono un’attività potenzialmente imprevista per la performance dell’atleta sia a livello prestazionale che a livello fisico. I fondamentali del beach volley e i gesti atletici, in associazione al ruolo del giocatore, predispongono gli atleti a maggiori sollecitazioni fisiche e a maggiori infortuni.

A quali infortuni può andare incontro un atleta o un amatore del beach volley?

Le dimensioni del campo e la presenza di soli due giocatori, sottopone quest’ultimi a gesti quali tuffi sulla sabbia, cambi di direzioni e cadute, che al giorno d’oggi permettono di classificare questo sport come uno dei più traumatici. I traumi possono presentarsi sia in termini di sovraccarico, che di trauma diretto, coinvolgendo in particolare:

I traumi dell’arto superiore nel beach volley

La biomeccanica della schiacciata, gesto atletico per eccellenza della pallavolo e del beach volley, la rende un movimento estremamente complesso per l’articolazione gleno-omerale della spalla. Quest’ultima, infatti, è sottoposta a un movimento veloce e massimale di flesso-estensione e adduzione, durante una fase di volo, che genera forze di taglio multidirezionali gravose per la spalla. La ripetitività del movimento, infatti, sollecita le strutture attive e capsulo-legamentose dell’articolazione, causando infiammazioni e quindi dolore.

Tra le patologie più comuni troviamo:

  • Inpingement subacromiale
  • Tendinopatie e lesioni della cuffia dei rotatori
  • Instabilità di spalla
  • Borsiti
  • Artrite o artrosi
  • Neuropatie del nervo sotto-scapolare

Tuttavia, i frequenti tuffi e le cadute con le braccia tese in avanti generano forti sollecitazioni per le tre articolazioni dell’arto superiore; nei casi più gravi si può incombere in fratture di polso, gomito e omero. I traumi contusivi che coinvolgono le dita invece possono essere facilmente prevenuti con l’utilizzo di un nastro adesivo, che garantisce rigidità alle dita stesse.

I traumi dell’arto inferiore nel beach volley

Allo stesso modo, le ginocchia vengono sollecitate, seppur in minor parte, dai cambi di direzione, dalla superficie di gioco, dai salti e dalle cadute. Effettivamente la presenza di una superficie di atterraggio instabile, come la sabbia, influisce notevolmente sulla forza e la stabilità delle articolazioni dell’arto inferiore.

I traumi più comuni che coinvolgono le ginocchia sono:

  • Lesioni dei menischi
  • Lesioni dei legamenti

Allo stesso modo, l’articolazione tibio-tarsica della caviglia è facilmente soggetta a distorsioni, più o meno gravi, con possibile coinvolgimento legamento e osseo. Nei casi più gravi si assiste alla rottura dei malleoli e dei metatarsi perché la sabbia, genera contro di noi un importante stress biomeccanico che va a influire su muscoli, tendini e legamenti.

I traumi della colonna nel beach volley

Anche la colonna vertebrale risulta un distretto articolare notevolmente colpito durante l’allenamento. I continui salti e atterraggi sulla sabbia, che si dimostra tutt’altro che morbida, influiscono in gran parte sul tratto lombare e sacrale della colonna. Al contempo, durante le schiacciate la colonna è sottoposta a movimenti rapidi di estensione e torsione del tronco, che risultano potenzialmente gravosi per una schiena poco mobile.

Tra gli infortuni che più frequentemente coinvolgono la colonna possiamo trovare:

È possibile prevenire gli infortuni del beach volley?

Essendo il beach volley uno sport complesso, l’ideale sarebbe sia arrivare sul campo di gioco con una preparazione atletica ottimale. Lo stress biomeccanico e le sollecitazioni delle articolazioni descritte precedentemente, possono essere facilmente contenute con esercizi specifici di rinforzo muscolare. Quest’ultimi, infatti, sono in grado di garantire il giusto trofismo, flessibilità ed elasticità ai muscoli e stabilità alle articolazioni, prevenendo in maniera attiva i possibili infortuni.

Sia per la spalla, che per il ginocchio, è quindi necessario lavorare in maniera specifica sulla muscolatura stabilizzatrice dei due gruppi articolari, in particolare cuffia dei rotatori e quadricipite. Per quanto riguarda la caviglia invece è fondamentale anche un lavoro di propriocezione per garantire una maggiore stabilità.

Un’opportuna preparazione atletica è estremamente consigliata, soprattutto per pazienti cardiopatici, ipertesi o con età avanzata. Queste persone, infatti, dovrebbero porre maggiori attenzioni alle condizioni climatiche di gioco e soprattutto alla frequenza cardiaca raggiunta durante l’attività. Quindi una preparazione atletica per questi pazienti, in termini preventivi potrebbe incidere positivamente sulla sollecitazione dell’apparato cardiorespiratorio.

Tuttavia, non è solamente importante una buona preparazione atletica, ma anche un riscaldamento attivo che preceda la fase di gioco. Esercizi appositi di riscaldamento, mobilità articolare e rinforzo potrebbero ridurre nettamente il rischio di infortunio.

Programmazione:

Questa fase è dedicata unicamente al Trainer che, sulla base delle informazioni raccolte, degli obiettivi prefissati, le sue competenze e chiaramente gli impegni stagionali del campionato, dovrà stilare una programmazione di allenamento dettagliata per ogni settimana di lavoro. Sarà necessario dosare bene gli allenamenti in modo tale da non esporre l’atleta a dei rischi e farlo arrivare alla competizione nella sua condizione migliore.

Cos’è consigliabile fare in caso di infortunio?

In caso di infortunio grave il paziente necessiterà di un percorso riabilitativo e rieducativo personalizzato sulla base del trauma stesso. Un giusto approccio sarà fondamentale per il recupero del distretto interessato. In seguito a un’opportuna analisi valutativa iniziale, verranno stabilite le giuste terapie manuali e gli esercizi necessari per il corretto recupero del paziente e il ritorno alle condizioni pre-infortunio.

Inoltre, un paziente “atleta” che ha maggiori necessità di tornare in campo con un’ottima preparazione, avrà bisogno di un programma riabilitativo ancor più specifico con un successivo programma di riatletizzazione. Il paziente svilupperà sulla base della patologia affrontata degli adattamenti motori, che sono stati oggetto di valutazione e trattamento durante il percorso riabilitativo. Quest’ultimi saranno fondamentali affinché il paziente riduca al minimo la possibilità di reinfortunio.

Testo di Aurora Proietti

Per saperne di più guarda i video sul nostro canale YouTube


Prenota la tua Visita Gratuita

Vuoi capire l’origine del tuo problema e scoprire quale è l’esame diagnostico più adatto a risolvere la tua problematica?

I nostri i pazienti hanno un canale privilegiato nelle migliori strutture sanitarie di Roma













    Dichiaro di aver letto l'informativa sulla privacy ai sensi dell’ Art. 13 Regolamento UE 2016/679 per la protezione dei dati personali e do il mio consenso al trattamento dei miei dati per l'utilizzo attinente alle attività da me richieste e l'invio di informative ad esse relative.

    Leave a reply