L’obiettivo di ogni atleta, che sia di livello amatoriale o agonistico, è eccellere nella performance sportiva.

Quando parliamo di performance sportiva intendiamo il risultato della corretta integrazione dei principali sistemi funzionali che sono coinvolti nelle richieste connesse all’attività fisica.

Il sistema cardiovascolare, il sistema respiratorio, il sistema muscolo scheletrico per citare i più noti. I vari sistemi coinvolti, nel tempo e con l’allenamento, si adattano agli stimoli che vengono forniti dall’esterno.

Il modo in cui ci alleniamo, quindi, stimola una serie di adattamenti che garantiscono un gesto atletico specifico, che non è semplicemente il risultato di forza o potenza muscolare, ma di coordinazione, capacità di concentrazione e reattività.

Come monitorare i miglioramenti sportivi

Nel tempo ci siamo abituati a fare affidamento a dispositivi di tracciamento della nostra attività fisica.

A prescindere dallo sport, abbiamo avuto sempre più bisogno di oggettivare i nostri miglioramenti di performance sportiva. Monitoriamo le nostre prestazioni con dispositivi di sempre più alto livello, che registrano la nostra frequenza cardiaca, i chilometri percorsi, il ritmo, le calorie e il tempo. Questi dispositivi ci permettono di costruire i nostri programmi di allenamento e mantengono traccia dei nostri progressi. Ci alleniamo quindi per migliorare le nostre capacità di resistenza, forza e velocità.

Come testare la forma fisica? I test di screening

Ma come possiamo testare la nostra forma fisica, la nostra forza, la nostra postura e mantenere in salute il nostro sistema muscolo scheletrico quando pratichiamo sport?

Utilizziamo test di screening specifici, disegnati per l’atleta, rispetto allo sport e al gesto specifico richiesto.

Ma cosa significa screening?

In medicina lo screening è volto a mappare condizioni non ancora riconosciute o marcatori di rischio.

Abbiamo disegnato protocolli di valutazione specifica per l’atleta, costruiti appositamente tenendo in considerazione lo sport, il ruolo, le caratteristiche specifiche e gli obiettivi dell’atleta a lungo termine.

Con i test di screening vengono valutate le caratteristiche specifiche dell’atleta.

Si testano la forza massimale, la potenza nel salto, le mobilità delle articolazioni, si studia l’appoggio plantare, la simmetria di forza e le asimmetrie posturali tra un lato e l’altro del corpo, piuttosto che tra l’arto inferiore destro e l’arto inferiore sinistro e/o l’arto superiore destro e l’arto superiore sinistro.

Sono proprio tali asimmetrie che possono rappresentare, nel tempo, se sottovalutate, un fattore di rischio importante per gli infortuni muscolari, che sappiamo essere una delle maggiori e più frequenti cause di stop dell’attività fisica e che, se trascurate o curate male, possono tenerci fuori dai giochi per un tempo maggiore di quello atteso.

Ogni sport necessita di uno screening sport specifico, questo perché il task motorio, il gesto sportivo e le capacità richieste da un tipo di sport sono diverse l’uno dall’altro.

Rilevare questi parametri, attraverso i mezzi di screening sport specifico, permette allo staff medico e all’atleta di ottimizzare l’allenamento, il carico, e di poter lavorare con precisione sulla prevenzione del rischio di infortuni.

Quali obiettivi ha lo screening?

Principalmente i test di screening sono uno strumento con una duplice funzione.

Il primo obiettivo dei test di screening è la prevenzione.

L’utilizzo dello screening permette di rilevare precocemente deficit e/o asimmetrie posturali e di forza.

L’interpretazione di un report di screening muscolo-scheletrico consente di costruire programmi di prevenzione personalizzati e specifici, disegnati sull’atleta, fondamentali per prevenire lesioni, infortuni o fastidi.

Difatti, erroneamente pensiamo che sopportare il dolore sia giusto, o che sia normale giocare con il mal di schiena. Lo sport è benessere e, in quanto tale, non deve essere collegato a sensazioni spiacevoli di dolore e fastidi prolungati quindi:

NO, non è normale avere mal di schiena quando pratichiamo sport.

NO, non è normale soffrire di fastidi ricorrenti durante o dopo la pratica sportiva.

 

Il secondo obiettivo dei test di screening è funzionare da “benchmark”, un riferimento che descrive le condizioni fisiche di partenza dell’atleta, da confrontare con le misurazioni successive.

È importante conoscere lo stato e la condizione di un atleta a tempo 0, senza infortuni e con un’ottimale forma fisica e, in seguito, confrontarli con una valutazione a un tempo diverso avendo un riferimento per ritornare alla performance iniziale.

Ciò significa che, qualora ci fosse un infortunio e/o un cambiamento nella prestazione fisica di quell’atleta, lo staff medico e l’atleta stesso possiedono un riferimento oggettivo per il miglioramento della performance e in generale delle condizioni di salute e delle condizioni fisiche.

 

Facciamo l’esempio di un atleta che, durante una partita, atterrando da un salto appoggia male il piede a terra. Non ci sono lesioni gravi, ma viene diagnosticata una distorsione di caviglia che deve essere gestita con carico graduale.

Le condizioni dell’atleta, per mancanza di allenamento a seguito del trauma, peggiorano, non potrà allenarsi con la squadra per qualche settimana e dovrà diminuire il carico in generale per guarire al meglio.

Lo aspettano alcune settimane di stop dall’attività sportiva per permettere a quell’articolazione di poter sopportare nuovamente un carico normale, senza dolore o gonfiore.

Uno screening effettuato prima di un trauma, permette di essere a conoscenza delle condizioni dell’atleta prima dell’infortunio e consente di costruire, insieme all’atleta, un programma di allenamento, in base alle attività che potrà e riuscirà a svolgere, al fine di non abbassare il condizionamento aerobico, motorio e fisico.

conclusioni

La riabilitazione e la riatletizzazione avranno il compito, partendo da quei risultati iniziali dello screening, di riportare l’atleta alle condizioni pre-screening e puntare a superarle ottimizzando la sua performance.

Lo screening è uno strumento prezioso per gli atleti e ha lo scopo di salvaguardare la partecipazione allo sport che tanto ci piace, che ci fa bene e ci fa vivere più a lungo.

Testo di Chiara Gallo

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