Cos’è l’osteopatia?

L’osteopatia è un trattamento esclusivamente manuale, composto di varie tecniche che vengono selezionate dall’osteopata in base alla tipologia del paziente e della patologia da trattare. Per la diagnosi si avvale dei classici esami come:

  1. – Risonanza magnetica
  2. – Rx
  3. – Ecografia
  4. – Tac
  5. – Analisi del sangue

Classificazione

L’osteopatia viene classificata in:

  • – strutturale, fa riferimento all’apparato muscolo scheletrico
  • – viscerale, si riferisce all’insieme degli organi interni presenti nella cavità toracica e addominale
  • – cranio sacrale, in riferimento al sistema fasciale e membranoso che collega il cranio con tutta la colonna

E’ importante sapere che tutte le strutture che compongono il nostro corpo sono in costante comunicazione e interazione tra loro, quindi in condizioni di salute gli ingranaggi funzionano perfettamente generando un meccanismo di autoregolazione e guarigione (omeostasi); in caso di “malattia”, questo perfetto funzionamento viene alterato generando una “disfunzione” .

“ La struttura governa la funzione, la funzione governa la struttura” affermava uno dei padri fondatori dell’ Osteopatia, proprio a rimarcare questa costante influenza tra il sistema strutturale e quello viscerale/ cranio sacrale.  Se siamo in presenza di un paziente con dolore nella zona dorsale, potrebbe contemporaneamente avere difficoltà nei processi digestivi a carico dello stomaco, proprio perché le due zone sono anatomicamente collegate dal tratto di sistema nervoso che emerge dalle vertebre dorsali e innerva lo stomaco.

L’obiettivo del trattamento osteopatico è agire sulla globalità del sistema corpo, utilizzando tecniche manuali per trattare tali “disfunzioni” e ripristinare una condizione di salute.

A chi si rivolge il trattamento osteopatico?

Il trattamento osteopatico si rivolge a qualsiasi tipo di paziente, dal neonato all’anziano, dallo sportivo alla donna in gravidanza.

Per semplificare possiamo creare due tipologie principali:

  • – Pazienti affetti da patologie “croniche”
  • – Pazienti affetti da patologie “acute”

Nel primo caso facciamo riferimento a:

  • – Problemi della colonna ( artrosi vertebrale, discopatie)
  • – Squilibri posturali (scoliosi)
  • – Cefalee (muscolo scheletriche, emicranie, a grappolo)
  • – Rigidità articolari (dei vari distretti corporei)
  • – Disfunzioni dell’apparato gastro- intestinale ( difficoltà digestive e/o intestinali)
  • – Disfunzioni dell’apparato uro- genitale (perineo e pavimento pelvico, disturbi del ciclo mestruale)

Nel secondo caso facciamo riferimento a:

  • – Protrusioni/ Ernie discali (irradiazioni nervose lungo gli arti superiori/ inferiori)
  • – Fase post intervento ( protesi, fratture, lesioni muscolari tendinee e/o legamentose)
  • Traumi (incidenti, infortuni sportivi)
  • – Post partum ( spontaneo e/o cesareo)

Ci sono patologie croniche che possono avere fasi di acutizzazione, e patologie acute che possono tendere a cronicizzare, generando compensi anche a distanza. La chiave risolutiva può essere il trattamento osteopatico effettuato il prima possibile, con l’obiettivo di ripristinare quanto prima lo stato di salute generale.

Come si imposta il piano di trattamento?

Ciascun paziente reagisce diversamente al trattamento osteopatico, quindi risulta difficile stabilire un numero preciso di sedute.

Sicuramente, in base alla tipologia di problematica da trattare, avremo per 3/ 4 settimane un appuntamento settimanale, che verranno poi dilazionati nel tempo. E’ preferibile che durante la giornata del trattamento non ci siano interferenze (attività sportiva, lavori fisicamente molto impegnativi) in modo da lasciare al corpo il tempo necessario a mettere in atto i processi di autoguarigione indotti dall’osteopata. In generale, sarebbe opportuno fare sempre dei richiami, che siano un appuntamento al mese o uno ogni due mesi, proprio per monitorare la situazione generale e prevenire episodi spiacevoli/acuti. Non esistono controindicazioni al trattamento osteopatico, eccetto urgenze mediche che richiedono cure ospedaliere, compromissioni/ lesioni dell’apparato muscoloscheletrico (ossa, tendini, legamenti, muscoli) o organiche (tumori).

Che differenza c’è tra fisioterapia e osteopatia?

La fisioterapia tratta nello specifico la zona anatomica che ha manifestato la sintomatologia dolorosa attraverso una terapia sia manuale:

  • – Mobilizzazioni articolari
  • – Stretching
  • Massoterapia
  • che strumentale:
  • – Tecar terapia
  • Laser terapia
  • – Ultrasuono terapia
  • – Magneto terapia
  • – Ipertermia
  • – Elettroterapie

Che di esercizio terapeutico, ovvero di tutta una serie di esercizi attivi a gradualità crescente in grado di ripristinare la funzionalità.

Il percorso è definito generalmente da cicli da 10 sedute, con cadenza settimanale di minimo 2 massimo 3 appuntamenti, e in caso di pazienti post- operatori può svolgersi anche tutti i giorni.

L’osteopatia si occupa della patologia in corso, ma con uno sguardo ad altri compensi che tale situazione patologica può aver generato a distanza, anche in altri distretti corporei, e trattarli. Nella maggior parte dei casi, la combinazione tra osteopatia/fisioterapia/ rieducazione posturale o motoria, costituisce la chiave risolutiva. In ogni caso il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale, quindi spesso accade che solo in presenza di un sintomo il paziente decida di intraprendere un percorso di cura. E’ sempre bene non ignorare un qualunque sintomo perchè il corpo potrebbe costruire qualcosa di più ampio in termini di “atteggiamenti viziati” dando inizio a un processo di reazione a catena, che troppo spesso ignoriamo.

Testo di Maria Civita Sepe

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