La RMN o risonanza magnetica nucleare è un esame diagnostico indicato per valutare disturbi di origine diversa, come patologie cardiologiche, neurologiche, ortopediche, traumatologiche e oncologiche. L’apparecchio si basa sull’applicazione di un campo magnetico ad alta intensità abbinato a onde di radiofrequenza; questo aspetto lo differenzia, per esempio, dalla tac per l’assenza di invasività di radiazioni ionizzanti.

La risonanza magnetica aperta è particolarmente adatta per persone affette da claustrofobia e soggette ad attacchi di panico che non tollerano la permanenza in ambienti chiusi e ristretti.

La Risonanza Magnetica non è fattibile in alcuni casi, come:

  • presenza di pacemaker
  • protesi con metalli non compatibili con la risonanza magnetica
  • donne in gravidanza nei primi due mesi
  • soggetti con eccessivo rigonfiamento edematoso, poiché potrebbe alterare l’attendibilità dell’immagine ottenuta

Con la RMN si possono apprezzare alterazioni strutturali a carico di menischi, tendini, legamenti ed eventuali versamenti di tutte le articolazioni del nostro corpo tra cui il ginocchio.

Quando fare la risonanza magnetica al ginocchio?

Il ginocchio è una delle articolazioni più complesse del sistema muscoloscheletrico del nostro corpo composto a sua volta da 3 articolazioni:

– femoro-rotulea

– femoro-tibiale mediale

– laterale

Il ginocchio è un’articolazione molto spesso sottoposta a stress a livello meccanico, soprattutto in quegli sport dove si verifica un frequente movimento di rotazione e cambi di direzione, ed è possibile che possa andare incontro a distorsioni, contusioni e fratture.

È importante rivolgersi a uno specialista, con annessa diagnosi con immagini come la RMN, se in seguito a distorsioni o contusioni, il soggetto presenta i seguenti sintomi:

– non riesce a sopportare il carico sul ginocchio

– si ha un rigonfiamento edematoso importante

– si ha la sensazione che il ginocchio sia instabile

Lesioni meniscali

Il menisco è una struttura fondamentale per ammortizzare e funge da ‘’cuscinetto’’ per l’articolazione del ginocchio. I sintomi di una lesione meniscale comportano dolore e limitazione funzionale che si manifestano soprattutto durante la deambulazione e nei gradi estremi di iperestensione o iperflessione. Dopo aver somministrato al soggetto dei test clinici, per aver conferma di un’eventuale lesione, si ricorre alla risonanza magnetica nucleare.

Risonanza magnetica per la lesione del menisco

Nella risonanza, i menischi appaiono con un aspetto triangolare aperto verso il centro del ginocchio.

A livello diagnostico si possono evidenziare 6 tipi di lesioni meniscali principali:

  • orizzontale
  • radiale
  • longitudinale
  • tipo flap
  • a becco di pappagallo
  • a manico di secchio.

In seguito alla decisione dello specialista, il soggetto, soprattutto se sportivo, è sottoposto a intervento chirurgico poiché il menisco, essendo scarsamente vascolarizzato, non è in grado di cicatrizzare la lesione.

Tra i tipi di intervento abbiamo:

– La meniscectomia selettiva, con l’asportazione in artroscopia solo della porzione di menisco lesionata.

– La sutura meniscale, per esempio nelle lesioni longitudinali che presentano nella zona più vicino alla capsula, che vede il riavvicinamento dei i due lembi.

Diversi aspetti influiscono sul percorso riabilitativo:

  • l’età del soggetto
  • la richiesta funzionale del pz
  • il tipo di intervento chirurgico.

L’età del soggetto è importante quanto sapere se per la lesione si debba ricorrere a un intervento chirurgico. Ci sono lesioni meniscali che possono essere trattate a livello conservativo, soprattutto se il soggetto non ha richieste funzionali importanti, mentre, se si ricorre all’intervento chirurgico, i due tipi di interventi sopra citati hanno tempi di recupero diversi.

Per quanto riguarda la meniscectomia selettiva il trattamento riabilitativo si aggira intorno al mese di recupero per tornare a effettuare le attività funzionali di vita quotidiana, mentre per la sutura meniscale i tempi di recupero si stimano intorno a 3-4 mesi .

Lesioni legamento crociato anteriore, posteriore, collaterale mediale e laterale

I legamenti del ginocchio sono strutture di tessuto fibroso che hanno il compito di stabilizzare il ginocchio andando a unire l’estremità distale del femore con l’estremità prossimale della tibia.

I due legamenti crociati (anteriore e posteriore) sono posti al centro dell’articolazione formando il pivot centrale del ginocchio, mentre i due collaterali sono posti lateralmente e medialmente al ginocchio.

Le lesioni del legamento crociato anteriore rappresentano la maggior parte delle lesioni legamentose dell’articolazione del ginocchio, a volte associate a lesioni meniscali o del legamento collaterale mediale.

Risonanza magnetica per la lesione del legamento crociato

In caso di interessamento distrattivo del legamento crociato anteriore, una delle indagini diagnostiche è proprio la RMN. Per quantificare il danno, e avere maggior informazioni, si deve attendere qualche giorno dal trauma per discriminare la quota effettiva di legamento lesionato, in fase acuta è difficile distinguere il numero di fibre lesionate da quelle rimaste integre.

A livello di immagine si nota, nel caso in cui ci sia una lesione totale del legamento, una mancata continuità del legamento stesso oppure un assottigliamento per un’eventuale lesione parziale.

I tempi di recupero variano in base alla scelta di sottoporsi a un intervento chirurgico o meno.

Qualora si intervenga chirurgicamente, il recupero si stima intorno ai 3 mesi per tornare a effettuare attività di vita quotidiane, per il ritorno allo sport intorno ai 7-8 mesi. L’opzione conservativa prevede un percorso riabilitavo più breve, però, con prestazione atletiche più limitate poiché la stabilità sarà data del tutto dal sistema muscolare in assenza della struttura legamentosa (soprattutto negli sport di contatto o sport dove i cambi di direzione sono frequenti).

Tendinopatia

La tendinopatia è un’infiammazione del tendine, struttura fibrosa presente in tutte le articolazioni del nostro corpo che unisce i muscoli alle strutture articolari attraverso un tendine d’origine e uno d’inserzione. Nel ginocchio il tendine più colpito da patologia infiammatoria è il tendine rotuleo. Negli atleti, questo tendine è particolarmente stressato da salti e atterraggi ripetuti, come la corsa su superfici dure, andando a creare così un sovraccarico funzionale. Il sintomo principale di questa patologia è il dolore nella regione anteriore del ginocchio a livello del tendine, rigidità e ispessimento del tendine, versamento. Infatti, nelle immagini ottenute dalla risonanza si può apprezzare come il tendine infiammato possa presentare uno stato di disomogeneità e liquido infiammatorio.

I tempi di recupero, che posso variare da soggetto a soggetto, si stimano intorno alle 3-4 settimane.

Testo di Lorenzo Vitiello

Per saperne di più guarda i video sul nostro canale YouTube


Prenota la tua Visita Gratuita

Vuoi capire l’origine del tuo problema e scoprire quale è l’esame diagnostico più adatto a risolvere la tua problematica?

I nostri i pazienti hanno un canale privilegiato nelle migliori strutture sanitarie di Roma













    Dichiaro di aver letto l'informativa sulla privacy ai sensi dell’ Art. 13 Regolamento UE 2016/679 per la protezione dei dati personali e do il mio consenso al trattamento dei miei dati per l'utilizzo attinente alle attività da me richieste e l'invio di informative ad esse relative.

    Leave a reply