Cos’è il legamento crociato anteriore?

Il legamento crociato anteriore, insieme al legamento crociato posteriore, è lo stabilizzatore centrale del ginocchio e primario durante tutto l’arco di movimento articolare.

Con i suoi fasci antero-mediale e postero-laterale limita la traslazione anteriore e la rotazione interna ed esterna della tibia, oltre a essere uno stabilizzatore secondario dei movimenti in varo-valgo dell’articolazione del ginocchio.

Come può avvenire la sua rottura del legamento crociato anteriore?

La lesione del legamento crociato anteriore (LCA) è uno degli infortuni più frequenti dell’articolazione del ginocchio. Solo il 12% degli infortuni al crociato sono dovuti a traumi diretti, mentre la restante percentuale di casi è dovuta a lesioni indirette, in assenza di contatto, che si verificano durante l’atterraggio da un salto, cambi di direzione o in fase di decelerazione.

Il tipico movimento lesionale del legamento consiste nel valgo dinamico di ginocchio, durante il quale il condilo femorale e la tibia ruotano in direzione opposta determinando la rottura del legamento con conseguente rotazione esterna della tibia.

Quali sono i sintomi e come avviene la diagnosi?

Dopo la rottura del legamento solitamente si avvertono forte dolore e gonfiore del ginocchio, che si manifesta nelle prime 12 ore, associati spesso a una sensazione di instabilità e cedimento dell’articolazione.

La diagnosi della lesione avviene tramite indagini strumentali, quali risonanza magnetica, e tramite l’anamnesi e l’esame fisico del paziente, durante il quale si indaga l’integrità del legamento tramite i seguenti test:

  • di Lachman
  • del cassetto anteriore
  • del pivot shift

Spesso, alla lesione del LCA, si associano lesioni di altre strutture anatomiche dell’articolazione, quali menisco mediale o laterale, o dei legamenti collaterali. Qualsiasi lesione associata può compromettere maggiormente il quadro clinico del soggetto e richiedere degli accorgimenti dello specialista durante il trattamento riabilitativo.

In cosa consiste il trattamento?

Il trattamento riabilitativo, in caso di lesione del legamento crociato anteriore, può essere sia conservativo che chirurgico, anche se, a oggi, la ricostruzione chirurgica del legamento è l’opzione più ricorrente. La scelta è dettata dagli obiettivi e dall’età del paziente, dalle aspettative e dal livello di attività richiesta, dalla presenza di lesioni associate e dal quadro clinico del paziente.

A seguito di una ricostruzione chirurgica del legamento crociato anteriore è fondamentale un lungo periodo di riabilitazione, durante il quale sarà fondamentale il raggiungimento di determinati obiettivi, fino al ritorno allo sport e alla performance sportiva prevista non prima dei 9-12 mesi post-operatori.

Solitamente il percorso riabilitativo viene suddiviso in 5 fasi:

  • Pre-operatoria
  • Iniziale
  • Intermedia
  • Finale
  • Ritorno allo sport 

Nell’immediato periodo post-chirurgico è fondamentale concentrarsi sulla riduzione del dolore e del gonfiore, sul recupero della mobilità articolare, soprattutto dell’estensione, che dovrà essere completa entro la quarta settimana post-operatoria, sulla rieducazione dello schema del passo e sull’iniziale reclutamento muscolare, in particolare del muscolo quadricipite.

La riabilitazione prosegue verso il raggiungimento della completa mobilità articolare e il miglioramento della forza muscolare, del controllo neuromuscolare e dell’equilibrio statico e dinamico.

Quando potrò tornare a correre dopo una lesione del legamento crociato anteriore?

Uno dei principali criteri, secondo la letteratura, è il timing post-operatorio, ossia devono essere trascorsi almeno 3 mesi dalla data dell’operazione chirurgica. Negli ultimi anni, a questo criterio temporale, sono stati associati altri parametri fondamentali utili allo specialista per consentire un ritorno alla corsa in sicurezza.

Affinché il soggetto possa tornare a correre è fondamentale che vengano raggiunti alcuni obiettivi clinici e funzionali, quali:

  • Dolore alla scala NPRS < 2/10
  • Completa articolarità del ginocchio
  • Assenza di gonfiore e sensazione di cedimento del ginocchio
  • Una buona forza muscolare di quadricipite e hamstring (70% rispetto all’arto controlaterale)
  • Un buon pattern di movimento durante il cammino, lo squat monopodalico e l’atterraggio dal salto

Prima di poter tornare a correre il soggetto deve essere in grado di assorbire le forze, gestire le decelerazioni e la fase di atterraggio dal salto, considerando che la corsa consiste in una serie di salti ripetuti.

Solo dopo che il soggetto avrà soddisfatto questi criteri clinici e funzionali potrà tornare alla corsa lineare, sotto la stretta supervisione del terapista, per poi proseguire verso compiti motori più complessi e abilità sport specifiche.

Quanto è importante l’inserimento di compiti motorio-cognitivi?

Durante tutto il percorso riabilitativo sarà fondamentale incrementare il controllo neuromuscolare proponendo al soggetto dei compiti motorio-cognitivi, che rendano qualsiasi attività più similare al gesto sportivo. In tal modo si rende il sistema cognitivo capace di gestire situazioni complesse e imprevedibili, dove viene richiesto al soggetto di gestire molte variabili esterne senza poter pensare al movimento isolato del ginocchio.

Sarà quindi fondamentale proporre al paziente una serie di compiti motori in cui la componente cognitiva riveste un ruolo centrale, complicando l’esercizio tramite l’utilizzo di palle, conti matematici, coni e birilli, feedback visivi e uditivi, perturbazioni e l’imprevisto della scelta.

L’inserimento di compiti motorio-cognitivi all’interno del percorso riabilitativo ha un impatto importante sulla riduzione del rischio di recidiva ed è utile per rendere il soggetto pronto alla gestione di abilità motorie complesse.

Riabilitazione evidence based

Il percorso riabilitativo dopo una ricostruzione del LCA richiede tempo e dedizione, durante il quale è necessario monitorare i progressi riabilitativi e il rischio infortunio tramite una serie di test funzionali fondamentali per una riabilitazione efficiente e basata sulle evidenze presenti in letteratura.

Testo di Chiara Melis

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